Ansia da Prestazione?

Ansia da Esame? Ansia per una gara sportiva? Ansia per un colloquio di lavoro?

 

Esistono svariate circostanze che possono suscitare un disagio che viene definito “ansia da prestazione”. Essa si presenta in tutte quelle situazioni in cui è necessario un impegno e un eventuale giudizio esterno. 

L'ansia in queste circostanze ha una valenza reattiva, è la spinta a dare il meglio di sé, ci motiva alla concentrazione per riuscire a ottenere il risultato sperato. Quando però diventa eccessiva, la persona appare bloccata e non riesce a reagire. In questi casi può accadere che operiamo per evitare quelle situazioni che potrebbero essere stressanti: Il giorno dell'esame non vado all'università, evito un eventuale colloquio lavorativo, rimando un appuntamento con una persona appena conosciuta.

Quali sono i sintomi?

I sintomi che caratterizzano questa condizione sono: stress, insonnia, suscettibilità che in genere aumentano gradualmente quando siamo vicini alla “prova”. Nello specifico sono presenti alcuni segni particolari: una sensazione di “vuoto allo stomaco”, perdita di appetito, bruciore o gonfiore, bocca secca. Possono anche essere manifestarsi ulteriori sintomi come palpitazioni, tremori, sudorazione eccessiva e rossore in alcune aree del corpo.

A livello cognitivo la persona può sentirsi in preda a un forte rimuginio (pensieri che prefigurano pericoli futuri), difficoltà di concentrazione e di memoria.

A livello emotivo la paura è l'emozione predominante che in alcuni momenti può sfociare in ansia o attacco di panico: paura di fallire, di perdere il controllo, di fare una brutta figura.

I sentimenti che predominano in queste circostanze sono apprensione e preoccupazione.

Perché mi sento così agitato?

L'idea generale è che la persona ha il timore di essere giudicata negativamente dagli altri. Il giudizio delle persone deve essere sempre positivo e la loro convinzione è quella di dover raggiungere a tutti i costi un ideale di perfezione: “Io non posso sbagliare altrimenti non valgo niente e sarò rifiutato/ridicolizzato dagli altri”. Tale aspetto ha poi delle ripercussioni sull'autostima: basta una situazione in cui la persona non raggiunge un risultato ottimale per far crollare la stima di sé oppure può essere sufficiente una critica per piombare nuovamente in uno stato di tensione e preoccupazione.

I diversi contesti dell'ansia da prestazione

Questo tipo di disagio si manifesta in quelle circostanze in cui la persona ha il timore di fallire e non è legata solo ed esclusivamente all'ansia da prestazione sessuale.

I contesti in  cui può emergere sono:

1) relazionale;

2) lavorativo;

3) scolastico;

4) sportivo;

5) sessuale. 

 

Nelle relazioni è presente il timore di non piacere o deludere l'altro. In questi casi può accadere di sentirsi in ansia per avere un appuntamento con una persona che ci piace o semplicemente perché abbiamo casualmente incontrato una persona che non conosciamo ma alla quale vogliamo dare una buona impressione. 

 

In ambito lavorativo emerge quando dobbiamo affrontare una nuova mansione che richiede maggiore responsabilità e impegno. Sorge così la paura di non essere all'altezza, il timore di non soddisfare i requisiti richiesti per il nuovo lavoro. Infatti, tale malessere può comparire anche in quelle situazioni che generalmente potrebbero arrecare un vantaggio economico o un premio come un nuovo incarico o un nuovo impiego. La persona però vive questa nuova condizione con estrema ansia, ponendosi domande del tipo: "Sarò in grado di portare avanti il mio lavoro; sono abbastanza competente da riuscire a ricoprire queste nuove responsabilità; se non riuscissi a terminare il mio lavoro". 

 

L'ansia da esame nasce dalla paura di non riuscire a gestire l'ambiente e perciò facciamo previsioni catastrofiche sull'esito di una performance. Di solito in questi casi, l'ansia nasce dalla paura di fare una brutta figura, dal timore di essere umiliato o deriso oppure dal terrore di fallire. in questa specifica circostanza lo studente è convinto che durante l'esame non sia messa in discussione la sua preparazione, ma il suo valore e la sua intelligenza: "Se non supero l'esame sono uno stupido". In genere è il voto dell'esame che viene interpretato dalla persona come un giudizio sul suo valore e gli altri (parenti, amici, colleghi) lo valuteranno con lo stesso criterio. 

 

In ambito sportivo accade un po' la stessa cosa, durante gli allenamenti la persona riesce a concentrarsi e ottiene buoni risultati ma il giorno della gara i risultati sembrano peggiori. in questo ultimo caso emerge l'ansia che ha un effetto bloccante sulla persona. Essa crea una situazione di stress psico-fisico e lo sportivo non riesce a dare il meglio di sé.  In queste situazioni la persona ha paura di non essere all'altezza, di deludere gli altri e di fare una brutta figura.

 

Durante il rapporto sessuale, la convinzione del partner è quella di fare una brutta figura con il/la compagno/a. In genere sono presenti delle situazioni pregresse in cui la persona ha avuto una caduta dell'erezione che è stata notata e drammatizzata, perciò nei rapporti successivi si preoccupa di ulteriori "fallimenti". Può essere presente il timore di essere abbandonato come conseguenza di prestazioni sessuali non soddisfacenti o un controllo eccessivo delle proprie sensazioni corporee così da non abbandonarsi alle normali reazioni fisiologiche del proprio corpo. Queste convinzioni generalmente determinano l'attivazione di un'altra tipologia di paure che sono strettamente legate alle conseguenze pubbliche di una non adeguata prestazione sessuale: critiche, derisioni, abbandono ecc.

 

Questi sono solo alcuni aspetti che possono determinare questo disagio, le convinzioni più profonde sono soggettive seppur simili a quelle sopra descritte. In questi casi è consigliabile rivolgerci a uno psicoterapeuta, per scoprire insieme le convinzioni disfunzionali che generano questo tipo di ansia.

 

Non dobbiamo pensare che queste situazioni siano irrisolvibili, in genere queste problematiche possono essere affrontate e superate. Considerare il problema come una disagio permanente non fa altro che generare ulteriore malessere.