Sindrome Premestruale

Questa etichetta diagnostica si riferisce a una serie di sintomi fisici, affettivi, cognitivi e comportamentali che si manifestano periodicamente durante la fase luteale del ciclo mestruale. Questo disturbo è suddiviso in base al livello di gravità.

Lieve, quando i sintomi sono quasi assenti; anche se alcune donne riferiscono che il malessere percepito è fastidioso e che può addirittura interferire con le normali attività quotidiane. Moderato, quando l'intensità dei sintomi diventa più severa e invalidante. Grave, quando il disagio soggettivo è talmente pesante da compromettere il funzionamento globale della persona.

Almeno 5 dei seguenti sintomi devono essere presenti per fare una diagnosi di Sindrome Premestruale: pianto improvviso, sbalzi d'umore, umore depresso, ansia, disperazione, pensieri negativi. Oltre a questi devono essere presenti almeno due dei seguenti sintomi: aumento di peso, dolori mammari, difficoltà nella concentrazione, apatia, aumento o diminuzione del sonno, dolori articolari, mal di testa, dolori muscolari, variazione dell'appetito.

Questi segnali devono comparire nell'ultima settimana prima dell'inizio delle mestruazioni e iniziano a migliorare entro pochi giorni dopo l'inizio delle mestruazioni per poi scomparire nella settimana successiva. Il disagio può aumentare con l'età e dopo aver avuto un figlio, anche nel caso in cui sia stato sospeso o assunto un contraccettivo. La sindrome premestruale può inoltre aggravarsi con lo stress, in genere colpisce maggiormente donne che hanno un'età variabile tra i 30 e i 40 anni.  Probabilmente, ciò dipende dal fatto che proprio in questo periodo le donne hanno maggiori impegni che devono gestire (famiglia, lavoro, figli). Può presentarsi in concomitanza con altri disturbi (depressione, ansia)   o essere confusa con le patologie suddette. Il trattamento più efficace risulta essere un approccio combinato di psicoterapia (training autogeno, minfullness) e farmaci.