Persona ipersensibile: chi è

Persona ipersensibile: chi è

Chi è la persona ipersensibile? 

Cosa significa essere ipersensibile?

Non esiste una definizione universale dell'ipersensibile ma tutte sono accomunate da un disagio. C'è chi pensa troppo, chi è convinto di essere complicato, chi si sente un "alieno", chi non riesce a trovare il suo posto nel mondo, chi si sente incompreso/a.

Al di là di ogni spiegazione soggettiva, l'ipersensibile si pone molte domande, ha molti dubbi, manifesta un'acuta intelligenza, ma soffre perché si sente diverso, incompreso e ferito. 

Ogni essere umano entra in relazione con l'ambiente attraverso i 5 sensi, anche gli ipersensibili, tuttavia manifestano una spiccata sensibilità, i loro sensi sembrano amplificati. 

 

In genere ogni individuo privilegia un canale sensoriale piuttosto che un altro: una persona può essere maggiormente attenta agli aspetti visivi dell'esperienza; un'altra invece può essere particolarmente colpita dai caratteri uditivi o olfattivi della situazione. 

 

Le persone ipersensibili invece sembrano cogliere maggiori informazioni che provengono dall'ambiente esterno o dalle relazioni. Registrano molti più dettagli rispetto alla gente comune. Sono bombardati da dati, memorizzano una grande quantità di dettagli, cercano di prevedere cosa accadrà in una specifica situazione, sulla base delle informazioni precedentemente raccolte.

Vivono in una condizione di attenzione costante, di vigilanza, se non di allerta.  L'attenzione è rivolta ai dettagli, ad aspetti specifici delle cose che li circondano.

Se entrano in una stanza, analizzano tutte le informazioni: la mobilia, i colori, la posizione degli oggetti nello spazio, le luci, l'arredamento, l'odore, i suoni.

Di fronte a persone nuove pongono attenzione all'abbigliamento, all'acconciatura, al trucco, agli aspetti non verbali e para verbali dell'altro. Sembrano avere un "raggio laser" per raccogliere una grande quantità di informazioni. Chi si trova davanti a loro può in effetti sentirsi controllato, giudicato, ma il loro sguardo è  per conoscere l'altro in ogni suo aspetto.  

 

Hanno uno spiccata sensibilità verso i suoni. Quando ascoltano un brano la loro attenzione si dirige verso i singoli strumenti, piuttosto che sulla globalità della sinfonia. E' possibile che siano infastiditi da rumori in sottofondo come il suono di una televisione accesa o piuttosto dal rumore del traffico. I suoni intorno a loro sembrano amplificati, tanto da diventare fastidiosi.

Manifestano anche una spiccata sensibilità verso l'atmosfera: caldo, freddo, umido. Non di rado sono sensibili al contatto, per esempio la morbidezza o la durezza di un capo d'abbigliamento; la sensazione della carta sotto le dita. 

Captano odori che altre persone non colgono o a cui non danno particolare importanza. Riescono a selezionare i vari alimenti che sono presenti in un piatto.

La loro attenzione sensoriale è sorprendente così da diventare ipersensibili: sensibili al suono, alla luce, agli odori; diventano sopraffatti da un grande quantità di informazioni. 

Il loro cervello è regolato dall'affettività, perciò sono particolarmente attenti alle reazioni emotive degli altri, colgono qualsiasi sfumatura emotiva che l'altro manifesta, anche la più sottile. Prendono a cuore quello che succede agli altri, vivono la loro tristezza, il loro dolore. Le emozioni appaiono amplificate, non riescono a mettere dei confini tra sé e ciò che li circonda. Sono sufficienti pochi minuti per comprendere lo stato emozionale di chi hanno davanti. Le loro sensazioni li aiutano a capire quando una situazione è positiva o negativa, tuttavia non hanno fiducia nelle loro capacità e perciò non credono alle loro sensazioni. In genere assorbono gli stati d'animo altrui come se fossero spugne. Desidererebbero rimanere indifferenti alla sofferenza altrui, ma inesorabilmente si sentono inondati e sommersi. 

La capacità di sentire l'altro, fa sviluppare una grande benevolenza, perché possono comprendere fino in fondo le persone. Di conseguenza sono persone molti gentili e generalmente sono prive di malizia, malignità e secondi fini.

Diventano però vulnerabili di fronte a persone che vogliono manipolarli o ingannarli.  Le esperienze negative con tali individui fanno maturare in loro una certa diffidenza e spesso possono arrivare a isolarsi pur di trovare una modalità per proteggersi. 

 

Fino a qualche anno fa la nostra cultura valorizzava il rigore, la razionalità a discapito dell'emotività. Da qualche anno a questa parte abbiamo compreso che i sentimenti, così come le emozioni, hanno un ruolo fondamentale nella nostra esperienza, perché ci guidano e ci offrono importanti risorse da cui attingere. Se sei una persona ipersensibile avrai sperimentato sulla tua pelle cosa vuol dire essere così.

"Non bisogna prendere troppo sul serio quello che ci succede;

è stupido stare male per qualcuno che non ti vuole;

nella vita bisogna essere duri e determinati;

è inutile piangere". Queste sono solo alcune affermazioni che gli ipersensibili ricevono da chi sta intorno a loro. Sono frasi tipiche che hanno la funzione di volerli aiutare ma gli ipersensibili invece si sentono incompresi, inadeguati.

Le caratteristiche degli ipersensibili

Iperestesia

Iperestesia è una condizione caratterizzata da un aumento delle capacità sensoriali.

Hanno infatti un'elevata finezza dei loro sensi, in ogni situazione captano elementi che sfuggono agli altri. Si commuovono con facilità, si innervosiscono quando sono sotto stress e si scandalizzano quando percepiscono un'ingiustizia. Sono attenti al tono, alle specifiche parole utilizzate dall'interlocutore, alle espressioni del volto, nonché alla gestualità delle persone con cui interagiscono. Sono suscettibili alle critiche perciò è facile ferirli. Le loro emozioni sono delle vere e proprie tempeste ingestibili. Spesso vivono su un continuum in cui sono presenti emozioni contrastanti: rabbia, ansia e depressione. Sono tuttavia capaci di appassionarsi a qualcosa, possono cavalcare l'onda dell'euforia e riescono a "toccare il cielo con un dito" ovvero provano gioia allo stato puro di fronte a eventi appaganti. 

Iperaffettività

Sono inclini a lasciarsi coinvolgere emotivamente in tutte le situazioni, perché hanno bisogno di un supporto, qualcuno che trasmetta loro che stanno andando bene. Hanno bisogno di affetto, di incoraggiamenti, calore e contatto umano. Spesso si sentono "fragili" e sono sensibili al giudizio altrui a cui  non danno il giusto valore. La loro personalità ha bisogno di interagire in ambienti dove percepiscono la fiducia, il rispetto e la positività. In caso contrario, si ritirano, non si impegnano, lasciano cadere qualsiasi tipo di relazione o approccio. Gli ambienti cupi, negativi, direttivi portano gli ipersensibili a chiudersi nel loro guscio. Diventano ombrosi, distaccati e poco interessati. Perché l'ipersensibile oscilla tra le suddette due posizioni?

Nel cervello è presente una ghiandola (Amigdala) che funziona come un sistema di allarme: essa si attiva quando la persona percepisce uno stimolo ambientale come pericoloso. In questo caso l'Amigdala promuove la secrezione degli ormoni dello stress: cortisolo e adrenalina. Queste ultime sostanze causano nell'organismo una maggiore reattività dei sensi, un aumento del tono muscolare e una maggiore sensibilità dei riflessi. Il flusso sanguigno e la respirazione accelerano, i muscoli si contraggono. Tutte queste variazioni fisiologiche hanno la funzione di preparare la persona di fronte all'evento pericoloso. Nelle società odierne gli eventi temibili sono molto pochi, ma l'Amigdala continua inesorabilmente a inviare segnali di allarme, causando un aumento smisurato degli ormoni dello stress. Affinché la persona non vada in tilt, il cervello innesca così un meccanismo compensatorio che consiste nell'inviare nuove sostanze (Morfina e Ketamina) che hanno lo scopo di neutralizzare gli effetti della ghiandola Amigdala. Si innesca così il fenomeno dissociativo, in cui l'evento stressante non è scomparso, ma la persona ipersensibile non sente più niente, è come se diventasse totalmente estranea a quello che le sta succedendo intorno. Nelle persone ipersensibili, sembra che la soglia di attivazione dell'Amigdala sia particolarmente bassa, basta dunque poco per farla attivare. La ghiandola è particolarmente attiva perché continuamente stimolata dall'iperestesia e dall'emotività. Ogni stimolo genera una reazione emotiva che procura un costante stato di allerta e per difendersi l'organismo degli ipersensibili produce una sconnessione mentale.  In queste occasioni la corteccia prefrontale, area deputata al ragionamento e alla razionalità, è messa al bando. 

Iperempatia

Hanno una spiccata sensibilità verso il mondo interiore altrui. Riescono a captare con estrema facilità stati d'animo, sentimenti delle persone che li circondano. Quando si connettono agli altri, spesso ne sono anche travolti. Non riescono a proteggersi dall'emotività altrui, ecco che ne diventano sopraffatti. L'iperempatia li porta a preoccuparsi per le persone, a stare male se qualcuno a loro vicino ha dei problemi. Si prodigano quindi per il benessere del prossimo, in genere ottenendo poco in cambio. La loro sensibilità è così spiccata da percepire i cambiamenti repentini nel tono e nel ritmo della voce, nella gestualità, così da individuare lo stato d'animo dell'altro. Quando una persona ha questa particolare acuità emotiva, è quindi maggiormente predisposta a comprendere il mondo interiore degli altri, accantonando così qualsiasi giudizio negativo. Perciò spesso vedono il mondo in modo positivo e possono cadere in situazioni dove invece sono gli altri che si prendono gioco di loro. 

Le informazioni che raccolgono sono  così particolareggiate che desumono il comportamento e le intenzioni altrui. Tuttavia, non solo non si fidano del loro istinto, ma non riescono a proteggersi. Perciò rapporti disfunzionali causano in loro la tendenza a pensare troppo, incertezza, ansia e depressione.

Iperperspicacia

Gli ipersensibili sono lungimiranti. Grazie alla loro perspicacia, riescono a predire quello che succederà. Hanno la capacità di cogliere delle sfumature, particolari elementi durante le conversazioni così da definire l'esito di una relazione, di un lavoro o di un progetto. I loro canali sensoriali sono così spiccati che colgono le incoerenze tra i diversi canali dell'esperienza. Tuttavia possono essere considerati i portatori di sventura e quindi possono essere allontanati. Quando emettono le loro sentenze, inevitabilmente sono derisi o ridicolizzati poiché non tutti sono così sensibili a certe informazioni subliminali. Di conseguenza preferiscono rimanere da soli piuttosto che condividere alcune sensazioni che poi inevitabilmente vengono screditate. Le loro intenzioni sono buone, la perspicacia che possiedono è una capacità che in genere utilizzano per aiutare gli altri. 

Il cervello degli ipersensibili

Il nostro cervello è composto da due emisferi: sinistro e destro. Il primo è l'area cerebrale deputata alla razionalità, è quindi lineare, metodico, verbale e numerico. E' l'organo che sa utilizzare i numeri, suddivide gli insiemi e permette di catalogare i dati dell'esperienza. E' definito anche simbolico, astratto, logico. Svolge i compiti che richiedono sequenzialità, stabilisce i rapporti di causa ed effetto tra due variabili. Esegue mansioni in cui è richiesta una determinata cronologia dell'informazioni. Sa quindi dare delle etichette, descrivere e infine definire. Il linguaggio usato da questo emisfero  è digitale, ovvero oggettivo, logico che quindi spiega ed interpreta sulla base dei dati ricavati dalla scienza, dall'insegnamento. 

L'emisfero destro invece coglie l'informazione sensoriale e predilige l'intuito e l'istinto. Percepisce le cose in modo globale e può ricostruire un insieme a partire da un unico elemento. Il pensiero è ramificato e giunge così a diverse soluzioni di fronte a un problema. E' la parte affettiva, emozionale di ogni esperienza. Il suo linguaggio è analogico, ovvero composto da simboli, figure e metafore. Aiuta ad avere una percezione globale delle situazioni. E' l'organo deputato all'umorismo, delle associazioni di suoni, delle ambiguità, dei giochi di parole. Il cervello destro è quindi la sede della creatività. Quando è predominante questa area, tali persone hanno sviluppato un pensiero ramificato, ossia una modalità secondo cui da un argomento possono saltare a centinaia di altri concetti, basta che ci sia un elemento che li accomuna.

Quando un emisfero risulta essere quello dominante, la persona gestisce le informazioni in modo diverso, di conseguenza ha passioni ed interessi diversi e infine ha una personalità diversa. 

Ipersensibile, come può stare meglio?

Gli ipersensibili sono coloro che rintracciano nella suddetta descrizione aspetti specifici della propria personalità.  Essere ipersensibile non significa essere "malato", ma piuttosto avere un bagaglio di conoscenza che permette di muoversi meglio nel mondo. Il primo step che ogni ipersensibile dovrebbe raggiungere è l'accettazione di sé, a prescindere dalle critiche altrui. 

Spesso gli ipersensibili invece si lasciano scoraggiare dai giudizi esterni: "Ti fai troppe domande; prendi troppo a cuore i problemi, lascia stare". E' opportuno per un Ipersensibile lavorare su alcuni aspetti della propria personalità:

  1. Allontanare le tensioni emotive, facendo sport, yoga, mindfullness;
  2. stabilire dei confini tra sé, gli altri e il mondo;
  3. maturare una certa consapevolezza soprattutto nei momenti di rimuginio mentale;
  4. sospendere i giudizi negativi su di sé;
  5. prendere del tempo per ricaricarsi, magari concedendosi dei momenti di solitudine, svago e silenzio;
  6. dosare meglio l'empatia;
  7. selezionare solo le informazioni più importanti per i propri scopi;
  8. concentrare l'attenzione verso quelle situazioni che attirano maggiormente il proprio interesse.

Sarebbe tuttavia auspicabile intraprendere un percorso di terapia al fine di imparare a monitorare i propri stati emotivi,  così da ricercare soluzioni più affini e più salutari alla propria personalità.