Se stai cercando una psicoterapia costruttivista a Firenze, rivolgerti a un psicologo psicoterapeuta può offrirti soluzioni su misura. La psicoterapia costruttivista è emersa come un importante approccio che combina teorie e pratiche diverse, come la teoria dei costrutti personali di Kelly, la terapia della Gestalt e l'EFT di Greenberg. Questa terapia si appoggia anche su recenti progressi nella Teoria dell'Attaccamento (Modello Dinamico-Maturativo), consolidata da ricerche sull'Infant Research e dalla prospettiva Fenomenologica.
Nel corso degli anni, il campo della psicoterapia ha visto l'emergere di nuovi modelli, tra cui la psicoterapia costruttivista, che si fonda su una vasta gamma di teorie. Queste includono la teoria dei costrutti personali di Kelly, la terapia della Gestalt, l'EFT di Greenberg e la prospettiva psicoanalitica relazionale di Stern. Inoltre, l'approccio terapeutico beneficia dei recenti sviluppi della Teoria dell'Attaccamento, conosciuta come Modello Dinamico-Maturativo. Questi concetti sono ulteriormente arricchiti dalle ricerche sull'Infant Research e dalla prospettiva Fenomenologica. Lo psicoterapeuta costruttivista a Firenze, nel quartiere di Novoli, utilizza queste basi teoriche per offrire un aiuto psicologico personalizzato.
L'obiettivo della scienza è sempre stato quello di ottenere una comprensione obiettiva della realtà per identificare i principi che regolano i fenomeni. La psicologia, in particolare il comportamentismo, ha adottato questo principio, sostenendo che gli individui possono migliorare il loro adattamento all'ambiente circostante. Tuttavia, un psicologo costruttivista adotta un approccio diverso, basato sul costruttivismo, che suggerisce che la conoscenza è il prodotto dell'osservatore influenzato dalla propria struttura interna e dalle esperienze soggettive che ha vissuto.
Il costruttivismo afferma che, sebbene esista una realtà esterna, non possiamo conoscerla completamente. La conoscenza non rispecchia il mondo, ma è creata dall'osservatore. Uno psicoterapeuta ad orientamento costruttivista ritiene che ogni individuo interpreti e dia senso alla realtà basandosi sulla propria struttura interna. Questa prospettiva è fondamentale nella psicoterapia costruttivista, dove l'esperienza individuale è al centro del processo terapeutico.
Prendiamo ad esempio tre organismi: un essere umano, un cane e un colibrì. Le loro percezioni del mondo differiscono significativamente? Una ricerca in un laboratorio californiano ha rivelato che gli occhi dei colibrì contengono un cono speciale che permette loro di vedere colori che per gli esseri umani sono inimmaginabili. Allo stesso modo, i cani percepiscono odori e suoni oltre l'esperienza umana.
Jean Piaget è stato tra i primi a considerare l'importanza delle esperienze individuali, sostenendo che un individuo non è un soggetto passivo che semplicemente si adatta all'ambiente. Gli eventi ambientali agiscono su un organismo in relazione alle sue caratteristiche strutturali. La psicoterapia costruttivista utilizza questa comprensione per aiutare le persone a interpretare e vivere gli eventi in modo che risuoni con la loro struttura interna.
Ogni individuo sviluppa una modalità unica di funzionamento, frutto del proprio passato e delle possibilità create nel contesto familiare, culturale e sociale vissuto. Nessun modo di essere è intrinsecamente giusto o sbagliato; piuttosto, la sofferenza deriva da esperienze passate che non si adattano più bene all'attuale situazione di vita. Uno psicoterapeuta novoli può fornire supporto in questi casi, offrendo percorsi terapeutici personalizzati che considerano l'individualità di ogni persona.
In conclusione, il costruttivismo insegna che ogni individuo ha una propria visione e interpretazione del mondo, costruendo significati in base alle proprie esperienze e peculiarità. La psicoterapia costruttivista è uno strumento potente per aiutare le persone a superare il proprio malessere.
Ogni individuo, quindi, ha:
L'ansia, la depressione, l'attacco di panico che significato hanno per la persona? Uno psicologo costruttivista può essere particolarmente utile nel chiarire queste problematiche perché la costruzione di ogni conoscenza soggettiva comprende informazioni sia consapevoli che implicite. Uno degli scopi della psicoterapia, come inteso da uno psicologo costruttivista, è rendere esplicita la conoscenza implicita. Il terapeuta, attraverso strumenti conversazionali e tecniche immaginative, aiuta nella comprensione globale delle esperienze: il modo di essere nel mondo di ogni persona.
Quali significati si attribuiscono alle proprie esperienze?
Quali esperienze passate hanno contribuito a creare una particolare struttura conoscitiva?
Nel corso della vita quindi, ogni persona interpreta gli eventi e costruisce i propri significati attraverso diversi canali di conoscenza. Uno psicologo costruttivista può aiutare a esplorare questi processi.
1) La conoscenza dichiarativa è quell'insieme di informazioni espresse direttamente in forma verbale, rappresentando il bagaglio di “sapere” definito attraverso il linguaggio. Include regole generalizzate e conoscenze esplicite relative a sé e al mondo.
2) La conoscenza procedurale o il “saper fare” comprende le informazioni acquisite attraverso esercizio e pratica che regolano automaticamente il comportamento quotidiano. Essa racchiude il “come” si compiono certe azioni, come guidare l'auto, andare in bicicletta o nuotare, svolte inconsapevolmente e automaticamente.
3) La conoscenza emotivo-affettiva emerge dalla percezione del proprio stato corporeo, fornendo informazioni sul nostro rapporto con il mondo. Ci orienta nei processi valutativi e comportamentali.
4) La conoscenza episodica è composta da informazioni ordinate temporalmente relative agli eventi della propria storia di vita, alle relazioni tra gli eventi e ai significati soggettivi emotivo-affettivi. Richiede l'integrazione delle altre forme di conoscenza.
I canali di conoscenza creano un sistema che elabora informazioni ambientali con codici diversi e particolari. I significati costruiti dalle stesse esperienze o “perturbazioni” possono variare considerevolmente. Un canale può permettere un'elaborazione più sensoriale, mentre un altro raccoglie informazioni in modo più razionale.
Gli interventi in psicoterapia utilizzano strumenti conoscitivi come la comprensione e la spiegazione. La comprensione implica immaginarsi “nei panni dell'altro”, cogliendo gli aspetti emotivi delle esperienze della persona e vedendo il mondo con i suoi occhi. La spiegazione offre una visione più razionale, spiegando i nessi causali e fornendo risposte ai vari “perché”. Attraverso questi strumenti, è possibile comprendere l'altro nella sua complessità. Solo vedendo la persona con i suoi occhi e possibile poi comprendere il significato dei sintomi ansioni, depressivi, alimentari ecc.
I diversi canali dell'esperienza promuovono quindi una conoscenza sia implicita che esplicita.
La conoscenza implicita include tutte quelle informazioni che sono importanti sia da un punto di vista emotivo che sociale. Essa rimane inconsapevole e si sviluppa insieme a quella esplicita. È tutto quello che sappiamo e che abbiamo accumulato negli anni nel nostro corpo; la conoscenza implicita influenza inconsapevolmente le nostre azioni, i nostri sentimenti e i nostri pensieri. Una parte di questa conoscenza è stata acquisita nelle prime fasi dello sviluppo individuale e continua a strutturarsi per il resto della vita. Sono quelle informazioni che abbiamo elaborato, ma sono al di fuori della consapevolezza. In questa categoria rientrano anche tutte quelle esperienze che sono state del tutto o in parte escluse a livello cosciente: esperienze infantili, abuso, abbandoni, violenze (fisiche e/o psicologiche), traumi (fisici, psichici), rifiuti, maltrattamenti; aspetti di quelle esperienze che provocherebbero un dolore o causerebbero un forte senso di colpa così la coscienza rimuove, falsifica o distorce il vissuto emotivo legato a quei particolari accadimenti. Il bagaglio di questa conoscenza si forma a partire dalle prime relazioni dove l'altro, nel nostro caso le figure di accudimento, diventa lo specchio attraverso la sintonizzazione emotiva e la condivisione. Se per qualsiasi motivo queste esperienze precoci si incrinano, la coscienza porta con sé informazioni incongruenti e dolorose che vanno a sedimentarsi nel corso della sviluppo. I sintomi ansiosi possono emergere in conseguenza di queste situazioni vissute durante la fanciullezza, rendendo così necessario l'intervento di un psicologo costruttivista, che offre un supporto specializzato per affrontare questi traumi profondi.
Nella relazione diadica, grazie alla sintonizzazione reciproca, l'individuo si costruisce implicitamente sé, l'altro e il mondo. Le relazioni con le figure di attaccamento, non solo promuovono uno scambio di informazioni implicite, ma influenzano il corso dello sviluppo e quindi l'esperienza di sé come persona. Le relazioni sociali che, a partire dall'infanzia determinano il senso del proprio sé, veicolano una serie di informazioni che sono elaborate in genere al di fuori della consapevolezza. Il linguaggio verbale è solo un canale di informazioni, ne esistono infatti altri (paraverbale ed extraverbale) che veicolano messaggi impliciti. Nelle relazioni, in particolar modo nell'infanzia, la conoscenza si forma in modo speculare sull'altro: il contatto oculare, lo sguardo, il timbro e il tono della voce, la vicinanza e la lontananza dei corpi, il ritmo e l'intensità della voce. Queste informazioni passano all'altro durante le esperienze, in particolare durante le esperienze formative.
Esperienza immediata
L'esperienza immediata riguarda tutte quelle informazioni elaborate all'istante dalla coscienza, preferendo un canale che mantiene l'implicito. Queste informazioni rappresentano la base da cui attingere quando la terapia, come quella offerta da uno psicologo costruttivista, pone l'attenzione su certi aspetti delle esperienze. Sono tutte quelle informazioni sensoriali e non immediatamente percepite.
Esperienza riflessa
Le esperienze riflesse comprendono informazioni elaborate successivamente, quando la terapia richiede un'attenzione specifica su particolari canali dell'esperienza. Questa consapevolezza più profonda è il frutto di una maggiore riflessione. Ogni esperienza immediata può essere spiegata attraverso un'esperienza riflessa; essa si basa principalmente su informazioni sensoriali implicite che non sono state elaborate durante l'esperienza stessa. Ad esempio, la sensazione di sentirsi accaldato (esperienza immediata) può derivare da uno sforzo fisico, una paura improvvisa o un problema cardiocircolatorio (esperienza riflessa). In ogni caso, la persona percepisce una sensazione immediata che può avere diverse cause.
La storia di vita o autobiografia
Essa è il risultato dell'insieme dei processi che hanno permesso la costruzione delle esperienze immediate e riflesse in relazione alla struttura e alle caratteristiche della persona in ogni momento del suo sviluppo. Le esperienze passate si organizzano nella memoria autobiografica, consentendo di costruire i significati delle esperienze presenti e determinando le regole attraverso cui navigare nel mondo. Ad esempio, se durante l'infanzia le mie esperienze mi hanno portato a credere di non essere in grado di affrontare la realtà circostante, il mondo potrebbe apparirmi pericoloso. Sarò quindi più incline a cercare figure protettive o evitare nuove esperienze che potrebbero sembrare minacciose.
Durante la terapia, è fondamentale promuovere un cambiamento, aiutando la persona a conseguire un nuovo equilibrio. Quest'ultimo non deve limitarsi alla risoluzione dei sintomi o del malessere, ma deve porre specifica attenzione agli aspetti dell'esperienza (immediata e riflessa) dell'altro in modo da integrare le diverse parti della struttura di sé.
La terapia non predilige un lavoro specifico sul sintomo, non perché non sia importante, ma perché rischia di non mantenersi nel tempo. Inoltre, il disagio che la persona manifesta, pur nella sofferenza che comporta, porta con sé un significato. La sintomatologia rappresenta il miglior modo che la persona ha trovato per mantenere il proprio equilibrio, soprattutto nell'affrontare eventi percepiti come minacciosi o scompensanti; comprendere perciò la sua funzione permette un cambiamento più profondo.
La relazione terapeutica rappresenta uno dei principali strumenti di cambiamento. In tal senso la persona tenderà a riproporre con il terapeuta le stesse dinamiche relazionali che ha nei confronti delle attuali figure importanti della sua vita. Il rapporto terapeutico è condito anche dalla soggettività del terapeuta che deve essere in grado di osservarla, monitorando con attenzione i propri sentimenti, gli impulsi ad agire evocati dall'altro; deve quindi essere in contatto con sé, per merito di una sufficiente consapevolezza delle proprie modalità di relazione; deve essere in grado di discernere quegli aspetti di sé che entrano in gioco nella relazione da quelli che invece sono aspetti specifici di quel particolare rapporto. Il professionista non può essere quindi un osservatore neutrale, ma le proprie sensazioni ed emozioni divengono degli strumenti di intervento per la comprensione dell'altro e per la conduzione del processo terapeutico.
La terapia costruttivista permette di riattivare un movimento nella persona e restituire un senso alle esperienze personali, senza stabilire né i contenuti, né la direzione che sarà scoperta insieme durante il prosieguo della relazione terapeutica.
Uno degli strumenti della terapia consiste nell'uso di metodi di conversazione che si mescolano all'interno dei diversi colloqui:
1) La conversazione maieutica: ha lo scopo di ricercare una spiegazione rispetto a se stesso, al proprio modo di reagire agli eventi, ponendosi come un osservatore di sé in terza persona. Questo strumento, veicolato attraverso delle domande, permette di acquisire una maggiore consapevolezza e il linguaggio utilizzato è prevalentemente sequenziale e logico;
2) La conversazione fenomenologica è finalizzata alla comprensione del terapeuta rispetto alla persona e del paziente rispetto a se stesso. In tal modo il linguaggio promuove una maggiore consapevolezza dei nessi associativi, utilizzando sensazioni proprie e/o costruendo immagini, fantasie, metafore proposte sia dal terapeuta che dalla persona. Questa tecnica permette di prendere contatto con le proprie sensazioni, con i propri vissuti emotivi in un preciso momento. Questa tecnica permette di descrivere dei modi di essere nel mondo perché ogni esperienza è sempre colorata dalla soggettività;
3) La conversazione ermeneutica consiste in un racconto che usa il linguaggio e “la teoria” dello stesso individuo. In tal senso il terapeuta può proporre interpretazioni a partire da sensazioni che gli sono arrivate nella relazione oppure dalla comprensione che ipotizza di aver avuto rispetto a ciò che il paziente ha espresso attraverso l'uso delle parole o tramite il corpo.
Durante i colloqui le procedure appena menzionate possono alternarsi a procedure esperenziali/immaginative che hanno lo scopo di aiutare la persona a contattare nel qui ed ora ciò che sta sentendo, sia a livello emotivo-affettivo che corporeo. Queste procedure possono essere proposte durante la conversazione fenomenologica oppure il soggetto viene invitato a immaginare situazioni fantastiche a partire da immagini o sensazioni fisiche.
Nell'ottica costruttivista, come già accennato, l'individuo ha una sua realtà e lo scopo non è correggere la distorsione cognitiva ma comprendere il senso di questa sua particolare modalità di rapportarsi alla propria esperienza, il senso del suo disagio. Il sintomo è qualcosa che la persona ha costruito in virtù della sua esperienza. E' il modo migliore che il soggetto ha trovato per mantenere un equilibrio, seppur precario. L'obiettivo della terapia costruttivista è comprendere la funzione del suo malessere: a cosa serve! Processo che è fondamentalmente legato alla sfera del sentire piuttosto che a quella razionale. Lo scopo è di sentire "maturare" nuove modalità di stare nel mondo, più funzionali e meno dispendiose. E' quindi lo stesso soggetto della terapia che costruirà con il tempo nuove modalità e il terapeuta lo accompagnerà in questo percorso di conoscenza di sé. La terapia quindi "addestrerà" il paziente ha un'attenta auto-osservazione.
Le tecniche terapeutiche hanno lo scopo di aiutare la persona ad ampliare le strutture del sistema di conoscenza; sono inoltre utilizzate procedure esperenziali e immaginative finalizzate a una maggior presa di contatto delle proprie emozioni. La relazione terapeutica rappresenta un altro strumento deputato al cambiamento, poiché ogni mezzo terapeutico deve essere calato all'interno di una relazione intersoggettiva che porta con sé significati impliciti che passano tra paziente e professionista. Tali significati rappresentano quindi uno dei motori del cambiamento.
Tutto ciò che la persona ha vissuto e come lo ha vissuto porta a essere quello che è diventata oggi. Rispettare e comprendere che cosa l'individuo ha costruito, può promuovere un cambiamento terapeutico. Non esiste quindi un disagio, un problema o un sintomo che non porti con sé un senso; scoprire insieme quel significato permette quindi di comprendere quello che sta accadendo alla persona e di "sentire" modalità alternative di stare nel mondo. Sarà il terapeuta a intervenire attraverso degli strumenti e a guidare l'altro durante la costruzione dei significati. La persona porta con sé un bagaglio di significati su cui lavoreremo insieme e che solo lei potrà dire se certi contenuti rappresentano un proprio vissuto emotivo.
In tale prospettiva lo scopo è aiutare la persona a trovare modalità di relazione con il mondo che siano più vicine alla propria identità e struttura. L'approccio quindi è quello di fornire degli strumenti conoscitivi che permettano di lavorare sui contenuti emotivi che solo la persona conosce.
Tali presupposti modificano così la posizione dello psicoterapeuta che non può pensare di avere delle verità assolute da diffondere ai suoi pazienti.
Alcuni specifici disturbi (attacchi di panico, depressione, ansia generalizzata) nell'arco di alcuni mesi generalmente scompaiono e spesso invece emergono i veri problemi (relazionali, coniugali) che all'inizio del percorso non erano neanche riconosciuti dalla persona. Il sintomo quindi può avere la funzione di evitare di entrare in contatto con le vere problematiche del paziente.
Le etichette diagnostiche permettono di dirigere l'attenzione del terapeuta verso aspetti specifici dell'esperienza della persona e individuare i possibili contenuti che possono avere un particolare significato. Le diagnosi di per sé non forniscono delle indicazioni specifiche dell'altro, esse rappresentano soltanto una mappa dentro la quale muoversi nel contesto terapeutico.