I modelli di intervento che fino a pochi anni fa abbiamo utilizzato nell'ambito della salute mentale avevano dei limiti terapeutici: senza dubbio apportavano un contributo significativo al benessere della persona ma avevano contemporaneamente anche dei limiti. I modelli di intervento erano spessi utilizzati come se fossero dei “compartimenti stagno” e di fronte a particolari disagi non sempre offrivano un adeguato ed esauriente intervento sulla persona.
La Schema Therapy è stato uno degli approcci che si è mosso verso lo sviluppo di un sistema di intervento basato sull'integrazione di diversi orientamenti terapeutici; è un modello di ultima generazione nel campo della psicoterapia; essa appunto integra aspetti di orientamenti teorici diversi (psicodinamico, gestaltico, costruttivista, cognitivo ecc).
Il principio essenziale è che, durante lo sviluppo, ogni bambino presenta dei bisogni fondamentali che devono essere soddisfatti.
Essi sono:
bisogno di stabilità, cura, protezione e accettazione;
autonomia, “poter fare”(senso di competenza) e “poter essere”(senso d'identità);
libertà di esprimere le emozioni fondamentali e i propri bisogni;
gioco e spontaneità;
limiti realistici e autocontrollo.
Questi bisogni sembrano essere universali per ogni individuo indipendentemente dalla razza; quando, durante l'infanzia o l'adolescenza, questi bisogni non sono sufficientemente soddisfatti, il piccolo può andare incontro a frustrazione, da ciò emergono gli "Schemi Maladattivi Precoci”.
Le esperienze della prima infanzia sono in genere quelle più importanti per lo sviluppo (sano) di ogni persona; quando alcuni dei bisogni non sono stati soddisfatti dal caregiver (genitore), possono svilupparsi gli schemi malattivi precoci.
Alcuni schemi, quelli che si sviluppano a causa di una o più esperienze negative nell'infanzia, possono essere causa di molte patologie: ansia, depressione, attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo ecc.
Questi schemi sono la modalità con cui ogni persona interpreta la realtà; quando vive un'esperienza simile a quella che precedentemente ha generato la “traccia”, emergono vissuti emotivi intensi (ansia, profonda tristezza, angoscia, insoddisfazione ecc.). Per sopportare la sofferenza, l'individuo mette in atto delle condotte che hanno “un effetto salvagente”, ovvero riducono o eliminano il malessere causato dallo schema.
Essi possono cambiare, a seguito di esperienze costruttive così come possono restare invariati nonostante la persona possa aver vissuto degli eventi positivi. Ciò dipende dal “temperamento” dell'individuo; ognuno di noi è dotato di un proprio “bagaglio biologico”. Se pensiamo infatti ai bambini, sin dalla tenera età, manifestano atteggiamenti diversi. Alcuni infatti appaiono più vivaci, emotivi, aggressivi, estroversi; altri più riservati, pacati o introversi. Ciò dipende dai fattori genetici che possono predisporre la persona, di fronte a un ambiente familiare particolare, a sviluppare o meno certi tipi di schemi. Lo schema è un insieme di informazioni: ricordi, pensieri, emozioni e sensazioni somatiche.
Gli schemi sono 18 che a loro volta rientrano in altre 5 categorie.
PRIMO GRUPPO
Distacco e Rifiuto
Le persone che hanno uno o più schemi di questa classificazione sono incapaci di stabilire o mantenere delle relazioni soddisfacenti. Sono convinte che i loro bisogni di cura, amore, sicurezza, accettazione e stabilità non saranno mai soddisfatti. Sono sicure che prima o poi le persone a loro vicine si allontaneranno, si prenderanno gioco di loro, non riceveranno affetto o protezione, spesso sono persone che infatti si sentono sole.
1) Abbandono/Instabilità:
Questi individui sono convinti che le loro relazioni intime siano instabili. Sono sicuri che l'altro li abbandonerà o cercherà qualcun altro che sia meglio di loro. Sono certe che tutte le relazioni sono fallimentari. L'altro è vissuto come precario e imprevedibile. Questa convinzione porta spesso con sé una trappola. Quando la convinzione è così radicata nella persona, sarà predisposta a ricercare persone che siano realmente instabili e imprevedibili, in modo da confermare il loro schema.
2) Sfiducia/Abuso:
Chi ha questo schema è convinto che l'altro si prenderà gioco di loro. E' convinto che sarà umiliato, raggirato, manipolato, ferito oppure abusato. La persona si sente ferita dagli altri e pensa che il danno sia intenzionale. Perciò queste persone evitano di instaurare relazioni intime, mantengono un atteggiamento distaccato e privo di calore affettivo. Hanno la paura costante che qualcuno possa fargli del male.
3) Deprivazione Emotiva
Lo schema comporta che la persona ha la sensazione che i suoi bisogni emotivi non saranno soddisfatti nelle relazioni con gli altri. Sono convinti che non riceveranno abbastanza affetto, attenzione, amore, comprensione, intimità, calore, compagnia ecc. Sono sicuri di non riuscire a instaurare relazioni che siano soddisfacenti da un punto di vista emotivo.
4) Inadeguatezza/Vergogna
La persona con questo schema è convinta di essere “diversa” dagli altri: inferiore, impacciata, sbagliata, inadeguata. E' sicura di avere dei difetti che nessuno ha. Perciò tende spesso a essere molto sensibile alle critiche, ai rifiuti o ai rimproveri. Si vergogna spesso dei propri difetti e per proteggersi può reagire con estrema rabbia.
5) Esclusione Sociale/Alienazione
Questo schema causa nel soggetto una sensazione di esclusione dall'ambiente sociale in cui vive; si sente così diverso dagli altri da escludersi dalla comunità o dal gruppo dei pari. Hanno spesso la sensazione di “guardare il mondo da una finestra”. Solitamente non entra a far parte di nessun gruppo o si mantiene ai margini della comunità.
SECONDO GRUPPO
Mancanza di autonomia e abilità
Generalmente le persone che manifestano uno o più schemi di questa categoria, hanno difficoltà a differenziarsi dalle figure genitoriali, la relazione con la famiglia d'origine appare compromessa; risulta difficile differenziarsi, rendersi autonomi e indipendenti. Spesso chi ha uno o più schemi non ha fiducia in se stesso e i loro genitori si sono adoperati per sostituirsi a loro nella risoluzione dei problemi o per portare avanti semplici attività quotidiane.
6) Dipendenza/Incompetenza
Lo schema è legato a una sensazione di impotenza: la persona si sente incapace di affrontare i problemi quotidiani, è sicura di non essere in grado di assumersi delle responsabilità almeno che non sia qualcun altro che si occupi di lei. Si sente indifeso, si reputa incapace di gestire la vita di tutti i giorni: prendere decisioni, valutare gli eventi che ci capitano, è sicuro di aver bisogno dei genitori che si prendano cura di lui e lo assistono quando deve affrontare delle nuove sfide o semplicemente dei nuovi eventi.
7) Vulnerabilità al pericolo e alle malattie
Chi presenta questo schema è sicuro che sta per accadere qualcosa di tragico; crede che sarà colpito da una brutta malattia, da un crimine, da un terremoto, da un tracollo finanziario o disastro economico. L'emozione che accompagna queste convinzioni è l'ansia che può andare da una semplice “paura” fino ad arrivare a dei veri e propri attacchi d'ansia o di panico. Queste persone temono le situazioni catastrofiche. Di fronte a queste sensazioni spiacevoli, il soggetto reagisce “evitando” le situazioni ansiogene.
8) Invischiamento/Sé poco sviluppato
L'identità della persona è fusa con un'altra, di solito un genitore; l'individuo si sente coinvolto in una relazione da non riuscire a sviluppare una propria identità stabile e definita. Di conseguenza, il soggetto non capisce quali sono i suoi bisogni, i desideri, le aspettative; tutto ruota intorno alla figura predominante. La relazione si basa su una regola reciproca e semplice: ogni membro della relazione crede che l'altro non possa fare a meno di lui e viceversa.
9) Fallimento
Questo schema di solito è legato a quello Inadeguatezza/Vergogna, poiché chi crede di essere un “fallito”, pensa che i suoi risultati (scolastici, lavorativi, finanziari, sociali) siano inferiori rispetto a quelli dei suoi coetanei. Si sente infatti una persona poco intelligente, ignorante, priva di valore ed è convinto di non avere qualità sufficienti per raggiungere dei risultati positivi. In certi casi, la persona con questo schema tende a non impegnarsi in nessuna attività; chi invece utilizza l'evitamento tende a procrastinare; chi invece ipercompensa tende a occupare quasi tutto il suo tempo per lavorare.
TERZO GRUPPO
Mancanza di regole
Chi ha maturato uno o più schemi di questo gruppo tende a non aver interiorizzato le regole indispensabili nei rapporti sociali e lavorativi; di conseguenza non sono capaci di tollerare la frustrazione per poter raggiungere obiettivi a lungo termine. Trovano molte difficoltà a integrarsi all'interno di gruppo e in genere lavorare in team per loro è particolarmente faticoso. Riscontrano ulteriori difficoltà nell'adempimento dei propri impegni e spesso non rispettano gli altri nei loro diritti fondamentali.
10) Pretese/Grandiosità
Chi presenta questo schema è convinto di essere superiore agli altri, si sente perciò esonerato dal rispetto delle norme generali di comune convivenza, nonché dal rispettare le regole di reciprocità nei rapporti sociali. E' convinto che tutto gli sia dovuto e che può ottenere tutto ciò che desidera anche se questo atteggiamento può interferire negativamente ai bisogni altrui. Si pone come obiettivo una condizione di superiorità che spesso viene definita da criteri legati all'immagine o al ceto sociale. L'intenzione è quella di mantenere sugli altri un certo grado di controllo e superiorità, al fine di soddisfare i propri bisogni; sono infine soggetti privi di empatia.
11) Autocontrollo o autodisciplina insufficienti
Queste persone non hanno sufficientemente sviluppato un sano controllo emotivo che permetta di contenere la frustrazione, la rabbia o altre emozioni simili; la persona tende a evitare qualsiasi forma di disagio o frustrazione: schiva eventi dolorosi/conflittuali, tenta di rifuggire le proprie responsabilità o mansioni che reputa gravose e impegnative. Ciò comporta un rallentamento nella sua capacità di realizzarsi e di raggiungere obiettivi a lungo termine.
QUARTO GRUPPO
Eccessiva attenzione ai bisogni degli altri
Il soggetto tende a prestare molta attenzione ai bisogni, desideri, aspettative, sentimenti degli altri; a discapito dei suoi. Ciò gli permette di scongiurare un eventuale abbandono o mantenere intatte eventuali relazioni. Non è spesso consapevole delle proprie emozioni, sentimenti, inclinazioni naturali perché pronto a soddisfare le richieste esplicite/implicite degli altri. Evita di arrabbiarsi o di mostrare un naturale dissenso verso idee/opinioni che non gli appartengono.
12) Sottomissione
Questi soggetti si sentono “costretti” a sottomettersi ai bisogni degli altri per evitare la rabbia, l'abbandono o una reazione negativa. Lasciano un'eccessiva capacità di controllo alle persone vicine; si sottomettono distanziando i loro bisogni e/o le loro emozioni. In genere queste persone sono convinte che i loro bisogni siano inopportuni o sbagliati, si mostrano quindi molto compiacenti, ma alla lunga questo schema genera rabbia che si manifesta attraverso sintomi maladattivi.
13) Autosacrificio
Chi presenta questo schema rinuncia ai propri bisogni e alle proprie gratificazioni per soddisfare le richieste degli altri. In questo modo queste persone evitano sensi di colpa, risparmiano le sofferenze altrui e mantengono le relazioni inalterate. Questi soggetti sono molto sensibili ai bisogni degli altri e fanno di tutto per aiutarli.
14) Ricerca di approvazione e riconoscimento
Lo schema si manifesta quando il soggetto ricerca in modo costante e continuo l'approvazione, l'ammirazione, l'attenzione, l'accettazione da parte degli altri. La stima viene valutata in base ad alcuni criteri: aspetto economico/sociale, aspetto esteriore, il raggiungimento del successo. Ognuno di questi aspetti serve per ottenere l'approvazione, il riconoscimento e l'attenzione da parte degli altri. Il parametro principale per misurare la propria autostima per queste persone è la reazione degli altri.
QUINTO GRUPPO
Ipercontrollo e inibizione
In questa categoria rientrano quelle persone che sopprimono i propri impulsi ed emozioni. Hanno interiorizzato regole rigide di comportamento che le hanno lentamente indotte a trascurare gli aspetti piacevoli della vita: l'espressione di sé, gli aspetti ludici, la salute e perfino le relazioni. I criteri su cui basano la loro vita è l'autocontrollo, l'autonegazione e il rispetto di regole rigide. Spesso in questi pazienti è presente una massiccia dose di pessimismo e di negatività.
15) Negatività/Pessimismo
Chi presenta questo schema, pone la sua attenzione solo agli aspetti negativi della vita: dolore, morte, abbandono, delusioni, tradimento, senso di colpa, rancore ecc.
Sembra che la persona sia sempre in allerta come se da un momento all'altro dovesse accadere qualcosa di terribile e irreparabile. La persona ha quindi il terrore di commettere degli errori che inevitabilmente lo porteranno ad affrontare delle disgrazie. Chi ha questo schema è vigile, agitato, si aspetta sempre qualcosa di negativo, appare molto preoccupato; tende a lamentarsi ma non fa niente per cambiare le situazioni.
16) Inibizione Emotiva
Queste persone controllano in modo eccessivo il loro modo di sentire e agire; perdono il loro spontaneo modo di comunicare. Hanno il timore di essere mal giudicati e quindi si aspettano di provare vergogna. In genere reprimono la rabbia e i vissuti emotivi più genuini (entusiasmo, gioia, affettività, eccitazione sessuale, divertimento). Non parlano delle loro “debolezze” o degli aspetti del loro carattere che potrebbero essere interpretati come “vulnerabili”. Sono persone tendenzialmente molto razionali, ma questo suo modo di approcciarsi alla vita, alla lunga li porta a un'insoddisfazione latente e a un sentimento di vuoto.
17) Standard Severi/Ipercriticismo
Per evitare le critiche degli altri, la persona cerca di raggiungere degli standard elevati che hanno la caratteristica di essere “perfetti e irraggiungibili”. Vivono la vita sotto pressione, non si rilassano mai; non si concedono un adeguato riposo e diventa eccessivamente critico verso se stesso e verso gli altri. Questo schema comporta l'incapacità del soggetto di trarre piacere dalle attività ricreative; gli risulta difficile rilassarsi. Questi criteri causano un disagio clinico significativo nella vita del soggetto al punto da mettere in discussione eventuali relazioni esistenti. Lo schema si traduce in una tendenza al perfezionismo, all'eccessivo rispetto di norme culturali, religiose e morali. Sviluppano infine un'eccessiva attenzione al tempo e all'efficienza che portano inevitabilmente l'individuo a sentirsi mai soddisfatto: “Non fare mai abbastanza”.
18) Punizione
Il soggetto crede che chi sbaglia debba essere punito. Non tollera gli errori sia di se stesso che degli altri. Chi mostra di non essere all'altezza dei suoi criteri, deve essere punito oppure allontanato perché l'errore non è ammissibile. Questa persona ha una certa difficoltà nel perdonare sia i propri errori che quelli degli altri. Non accetta eventuali giustificazioni o attenuanti.